Cultura. La critica, solo se costruttiva. Ricevo e pubblico

Cultura. La critica, solo se costruttiva.

Devo ammettere che leggendo la recente mail di Carlo Barbera, pubblicata sul sito di Alberto Santisi, relativa alla fruibilità della Filanda di Roccalumera, ho appreso come (per motivi differenti), i pareri della gente sensata siano concordi al mio. Come ho sempre affermato, infatti, il Turismo e la Cultura, devono essere bene di tutti e per tutti. Proprio la concezione miope e troglodita di certi politi ignoranti, ha relegato questa nostra importante risorsa a pochissimi e circostanziati appuntamenti, tantopiù allocati in prossimità di importanti consultazioni elettorali, per ovvi scopi di propaganda.

La Filanda di Roccalumera. Come ho avuto modo di affermare in passato, essa è un "monumento al lavoro ed alla storia" non solo del nostro paese di Roccalumera, ma della Sicilia tutta. E' stata restaurata, ma avrebbe anche potuto essere demoltita (come l'altra che sisteva di fronte all'ufficio postale), per far posto ad un complesso edilizio. Già, l'aver valorizzato con il restauro questa importante Opera, merita a tutti coloro che si sono prodigati a farlo, un plauso unanime. Ma adesso viene il bello! Renderla fruibile, non dovrà significare solo poesia e canzone (cheppure sono cultura vera), non dovrà significare nemmeno essenziale presenza di alte personalità della politica o delle istituzioni, ma presenza del popolo.

La battaglia (meglio sarebbe a dire fratricida), che a Roccalumera come in altri paesi, sta ancora oggi (nel terzo millennio) tagliando le gambe allo sviluppo turistico e culturale, ha un solo leader che è l'ignoranza e la stupidità cronica di certi politici. Per conseguire infatti dei grandi ideali ed obiettivi, (soprattutto in un periodo di conclamata disoccupazione popolare), bisogna assolutamente seppellire l'ascia di guerra degli interessi personali, dei rancori di campagna alettorale, perfino dei torti subiti in giovane età da questo o quel paesano. Se queste cose non saranno compiute, la Filanda, e non solo essa, marcirà nella muffa e nelle ragnatele.

Ebbene si, il sindaco Gianni Miasi, ha commesso il gravissimo errore di unire (nella occasione del debutto della filanda), la Cultura al commercio, al lurido e putrido denaro. Che schifo, meno male che il Signor Campagna, che di Cultura, di alta Cultura ha da insegnare a certamente a più di mezza Sicilia, è intervenuto in difesa di essa stessa. Poi, ha avuto una seconda occasione, sempre il Signor Campagna, (e l'ha colta), di sedersi nel suo naturale abitat che è la Cultura Colta della filanda. Finalmente un atto di "distensione"? Macchè, già aveva pronto il colpo a sorpresa: "diciamo che i collaudi del Genio Civile non sono stati ancora fatti, che la struttura potrebbe essere potenzialemente pericolosa, citiamo il Terremoto dell'Abruzzo", così la gente tremerà e... ci ringrazierà per averli salvati da una probabile strage".

Cari amici miei, quanto poco sappiamo (io per primo), di fruizione del Turismo. Forse pensiamo che turismo sia "la sagra della melanzana di Sciglio" o "la sagra della cuzzola e dù mulùni, di Roccalumera", di qualche lustro fa. No, cari amici, Cultura e Business, (attentamente controllato e regolamentato dagli organi competenti), sono una pur piccola parte del progetto: RISOLLEVIAMO L'ECONOMIA DELLA NOSTRA CITTA'.

Infine, per non dilungarmi troppo, ribadendo che troppe strutture joniche per mere dispute personali, sono diventare merce per i vermi, voglio chiudere con un'occhio rivolto verso il teatro e l'Arte pittorica e poetica. Andare al teatro per relax è lecito, andarci perchè è gratis è anche conveniente, ma il vero teatro non è intrattenimento. Come ebbe ad affermare il drammaturgo inglese Harold Pinter: "andare al teatro è come andare dal dentista, sai che non ti ucciderà, ma sai anche che ti farà male". Quindi, anche l'Arte, la musica, il canto, la pittura, la prosa e la poesia, non sono altro che "espressioni di coscienza, di introspezione dell'animo umano, di emozioni della mente", non sono mero intrattenimento occasionale. Tuttavia, esse da sole, non fanno turismo, non fanno odiens se non inserite in importanti circuiti di fruizione. In definitiva, oggi ci confrontiamo con colossi del turismo mondiale che stanno ridimensionando perfino Taormina. Se a Roccalumera e dintorni vogliamo "crescere" nel turismo, affidiamoci a degli specialisti, turandoci le orecchie di fronte alle farneticazioni fratricide di certi politicanti spulciacarte.



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Grazie anticipatamente,
Giovanni BonarRIGO