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NIEDERSACHSEN (Bassa Sassonia)

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mercoledì 27 maggio 2009

Il nizzardo che leggeva Dante Alighieri...

La cosa più strana e che ogni volta che lo leggevi sui PC, ti sembrava che stesse per rivelarti accadimenti nuovi. Si, la cosa più strana, è che ogni volta che lo (ri)leggevi... ti sembra di rileggere le solite retoriche polemiche. Eppure, non stiamo parlando che de "L'Uomo delle Stelle". Stiamo parlando di uno come noi, uno che guaiva come un cane ferito ma che si dava fortemente da fare come un umile operaio che dovesse portare il pane a casa. Leggeva Dante, l'uomo delle stelle joniche... e si aspettava di raccogliere ampie platee, (o neno profeta in partia nizzarda), come avrebbe fatto il sommo scrittore fiorentino se oncora oggi fosse vivo... nella sua Italia. Gridava, l'uomo delle stelle... attraverso i numerosi e variegati mezzi della tecnologia e del passaparola. Si aggappava a tutto, si aspettava molto, ma molto di più di quanto (comunque) raccoglieva in tante piazze di Sicilia ed oltre. Ma, forse di UOMINI DELLE STELLE, da noi, ce n'erano più di uno. Roccalumera come Nizza, Furci come Santa Teresa, equazioni di ordinaria noia, tuttalpiù abbellite da Operazioni Umanitarie come quella di un sindaco avvocato che amava aiutare i figli dei terremotati. Poi, fra un Dante della sera ed un racconto di "Cavaddi disoccupati e Scecchi laureati" la cronaca dei soliti paesi era infarcita di curtigghiu e di dispetti in consiglio comunale. Debiti, debiti fuori bilancio.
C'era la crisi, le ringhiere in ferro arrugginito divelte a Furci, il lungomare con i buchi profondi come crateri vulcanici anche a Roccalumera, mentre i nizzardi erano a tutt'altro affaccendati che non ad ascoltare il leggittimo GRIDO della cultura retorica di un loro compaesano. Forse, invece, sognavano ancora un posto in Comune per i propri figli. "VI ODIO", gridava un coraggioso furcese adottato a Roccalumera. Ai suoi statici e dispettosi amministratori, gridava VI ODIO. Iinsisteva dal solito sito e parlava chiaro, ma neanche lui era il Davide che con una misera fionda ed un sasso... avrebbe abattuto il gigante GOLIA comandante dei Filistei di una politica corrotta. A quel tempo, c'era anche il vecchio tedesco furcese della Via Calatafimi, a bacchettare i comodi panzoni amministratori, (tuttavia sorridenti e beffardi) dal basso (o dall'alto) del suo meteorologico blog. Egli era il paladino di una Sicilia che fu, il cui cuore rimaneva fedele e rovente dell'amore di chi vive lontano dalla popria Terra. In ultimo, in giro per le vie, con una rullina vecchia di oltre vent'anni in mano, sbucava dall'anonimato un geometra disegnatore, oltrechè vizioso della tastiera del PC, il suo nome era "nessuno" come l'Ulisse omerico. Un irremovibile ignorato nonchè validissimo e brillantissimo ...giustizialista d'insuccesso. Campione di presenze ai convegni, spugna mai pregna della conoscenza globale, forse prima degli altri, aveva capito che la "sua" verità era il contrario esatto della convenienza politica e perdipiù l'antitesi dell'incorretto modo di arricchirsi.
Fate quello che predico e non quello che faccio, blaterava un prete di paese a quel tempo... mentre, il vero Cristo dei poveri e dei giusti, bussando per le case, si vedeva sbattere la porta in faccia... mentre il suo popolo gli preferiva la promessa dei politicanti in periodi di elezioni. Bla bla bla... nuovi programmi degli onorevoli per una Sicilia migliore e poi... il "tiramu a campari" della gente comune. Poi, qualche sera, "pi passàrisi menzùra i lissa" ci si sedeva ad ascoltare un po' di Cultura in Filanda, sì, cultura per residenti e villeggianti. Bravo, bravissimo l'artista, ma... "Chi u scutami a fari a chistu supa u paccu... tantu, pani a casa a nui no'nni potta!"
BonarRIGO

martedì 26 maggio 2009

E.........ci risiamo ! Beghe interne/eterne

E allora non avete ancora capito che se andrete avanti cosí, con le beghe "piú che personali", non si andrá avanti di un millimetro.
Tutte "le possibili energie" vengono sprecate inutilmente e, questo é veleno per il paese di Furci.

Che nessuno di Voi dica di amare il paese di Furci e che tutto accade solo per il suo bene, avete dimostrato piú che palesemente che ció non corrisponde alla veritá.

Vi invito per l' ennesima volta e certamente non per l' ultima, di andare a casa e di lasciare in pace ció che rimane di Furci.

Un miglioramento (tanto sperato) da tutti i cittadini, anche da coloro che alle urne hanno votato irragionevolmente, permettendo cosí questo stato disastroso, non si vede neanche all' orizzonte.


Chiedete se all' asilo ci sono posti disponibili e, andateci !


Cordialmente.........continuamente......instancabilmente........!!!

Pippo Caminiti

domenica 24 maggio 2009

Ricevo e pubblico

Io voglio ricordare così Giovanni Falcone...
La lettera aperta di una donna che non dimentica.
Di quel pomeriggio di 17 anni fa non ricordo nulla, ero troppo piccola ma sono certa che oggi ricordo più io che chi potrebbe e dovrebbe… Quelle persone che con il loro silenzio, la loro indifferenza hanno permesso che gli venisse portato via uno dei più valorosi uomini che questo paese può vantare di avere avuto… Quelle stesse persone che dopo un breve lampo d’orgoglio, suscitato dal clamore di quella strage, sono tornati a chinare la testa ancor più di prima.
Ho visto infinite volte le immagini di quella strage e della strage di via d’ Amelio tanto da imprimerle nella mia mente per non poter mai dimenticare tutto qual dolore, tutto quel male, tutte quelle vite ingiustamente spezzate… Ho ascoltato le interviste di quegli eroi, letto alcuni loro scritti, scolpito le loro parole nel più profondo del mio cuore per assicurarmi cha mai nessuno avrebbe mai potuto portarli via anche da lì… Oggi Giovanni e Paolo vivono nel mio cuore, per sempre. Lì ho impresso l’immagine dei loro sorrisi complici, dolci, fiduciosi e la forte luce che radiava il loro sguardo carico di speranza, specchio della loro grandezza, bontà, purezza d’animo. Come si può dimenticare tutto questo? Come ci si può rassegnare a quanto è stato? Perché sono sempre i migliori a pagare colpe che non hanno? Perché i loro assassini agiscono ancora indisturbati e continuano ad usufruire dei benefici che da quella strage hanno tratto? Mille perché invadono la mia mente.. Io non dimentico, io non riuscirò mai a dimenticare. La rabbia, la voglia di riscatto, il bisogno interiore di estinguere il nostro debito nei loro confronti cresce sempre di più… Riusciremo a rendere loro Giustizia!
Oggi Palermo, la Sicilia, l’ Italia si veste a lutto. Oggi tutti ostentano il loro cordoglio, giusto un modo per sentirsi con la coscienza più pulita, per sentirsi meno in colpa. Ciò è assimilabile a mio avviso più a un ostentata e finta sofferenza che a un sentito dolore, in primis dalle istituzioni che queste stragi le hanno volute. Non occorre aspettare la ricorrenza della sua morte per volgere un pensiero a Giovanni Falcone, Giovanni va ricordato ogni giorno, nel nostro quotidiano con l’impegno, con il nostro agire, con il nostro comportamento. Per me ricordare è impegnarsi e ricordare Giovanni Falcone significa, oltre che ad annoverarlo nel quotidiano, difendere le sue idee e non farle morire, battersi per l’affermazione di quegli stessi ideali che lo portarono a morire. Ricordare Giovanni Falcone significa opporsi a questo Stato che, fondato sul sangue di quelle stragi, continua a portare avanti i suoi piani criminali infangando e mortificando la memoria di questi Grandi Uomini. Ricordare Giovanni Falcone significa sostenere e proteggere tutti quegli uomini che battendosi con coraggio e determinazione per la verità e la giustizia, hanno saputo raccogliere l’eredità morale di questi grandi Uomini, pagandone in prima persona le conseguenze; uomini come Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi, Clementina Forleo, Pino Masciari…
Se l’intento principale di quelle stragi del ’92 era zittire soprattutto le idee di questi veri servitori dello Stato, questo non è stato raggiunto poiché hanno reso le loro idee immortali. Ritengo però che oggi, forse per la prima volta , si stiano davvero distruggendo le loro idee, quei nobili principi che li hanno portato a sacrificarsi per il bene collettivo. Oggi l’illegalità regna sovrana, la democrazia è morta e la giustizia è rimessa all’arbitrio dei potenti. Un paese che legittima questo governo, questi assassini come può poi aver il coraggio di dire di ricordare Falcone? Che non pronunci nemmeno il suo nome questa gente!
Se oggi si vuole realmente ricordare Falcone, anziché limitarci a partecipare a delle commemorazioni, sarebbe più consono che ciascuno di noi si prodigasse per la sostanziale affermazione di quei valori che hanno reso questi uomini immortali. A breve si voterà per l’elezione dei rappresentati italiani al Parlamento Europeo. Un buon modo per rendere un tributo alla memoria di Giovanni Falcone, di Paolo è quello di riflettere e soppesare l’importanza del nostro voto, quale grande strumento di democrazia. Il voto è un diritto, ma anche un dovere ed in quanto tale non può e non deve essere merce di scambio, non è suscettibile a contrattazioni di alcun genere. Negoziare il proprio voto equivale a negoziare la propria dignità. Il proprio voto non va dato all’amico, al parente, al conoscente cui magari potremmo rivolgerci in caso di bisogno. Ricordiamoci che questo atteggiamento si chiama clientelismo ed è un comportamento tipico MAFIOSO. Il nostro voto va dato solo a chi riteniamo dimostri di meritarlo.
Se vogliamo rendere davvero omaggio alla memoria di Giovanni Falcone impariamo ad essere cittadini liberi, consapevoli e responsabili e adempiamo ai nostri doveri senza scendere a compromessi, proprio come Giovanni ci ha insegnato. Credo sia proprio questo il modo in cui vorrebbe oggi essere ricordato Giovanni, ed io voglio ricordarlo così.
Infinitamente grazie Giovanni per tutto quello che hai fatto per questo disgraziato e ingrato Paese. Perdonati per tutte quelle volte che non siamo stati degni di avere avuto Uomini come te.
Valentina Culcasi.

23 Maggio 1992. Sono passati 17 anni da quel terribile pomeriggio. Ne parlarono tutti i TG, e osservando le tremende immagini di GUERRA e DISTRUZIONE, la gente di tutto il Mondo si indignò. Purtroppo non era finita, a breve anche il Giudice Borsellino era atteso a simile carneficina. Palermo li ricorda con le lenzuola colorate in piazza Magione. Gente sana, la gente che crede ancora nella giustizia giusta, innalza i martiri laici Falcone e Borsellino su quell'altare del rispetto della dignità umana e della libertà. E' vero, dopo il fragore delle stragi, dopo il tumulto dell'indignazione, e dopo i forti segnali di repressione della criminalità organizzata, meglio conosciuta in Sicilia come "COSA NOSTRA", si rischia di (ri)cadere nella rassegnazione, si rischia di tornare a chinare il capo di fronte a gruppi di "facci tagghiata" che vengono (magari) a farti visita fino al negozio o all'azienda familiare... minacciandoti e dicendoti: "viti chi ccà cumannamu sempi nui... stai attentu a ccù ti rivòggi si voi campari".
Falcone e Borselino erano siciliani, ma amavano la giustizia. Sapevano di essere dei morti che camminano, eppure hanno voluto portare avanti la loro missione fino alla fine. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come tanti altri che non hanno chinato il capo, però, sono morti... ma da uomini liberi. Abbiamo almeno noi il coraggio di essere LIBERI di esporre in pubblico le nostre idee?
BonarRIGO


Nota di Giuseppe Caminiti (FurciBlog)

Strano, stranissimo come e quando la gente, o certa gente, si ricorda degli omicidi di (Falcone e Bosellino) e scorta (troppo spesso dimenticata).
Guarda caso, sempre e solo prima di elezioni politiche, spuntano le commemorazioni, i ricordi, le testimonianze.
Per me é una strumentalizzazione che Falcone e Borsellino non meritano assolutamente !

Fine del commento....strettamente personale.

Articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana

Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Basta dare un' occhiata in giro, dalle colline al lungomare e ci si accorge che l' Articolo 9 é stato cancellato, almeno a Furci Siculo.

Febbre suina, allarme anche in Sicilia (C) La Stampa

23/5/2009 (17:43)

Febbre suina, allarme anche in Sicilia

Sotto osservazione 14 scuole dell'isola.
E in Italia i casi accertati salgono a 19
PALERMO
Salgono a 19 i casi in Italia i casi della nuova influenza A/H1N1 dopo che a Milano è risultata positiva ai test una donna rientrata dagli Stati Uniti. Il nuovo caso, informa il ministero del Welfare, non ha alcuna connessione con quelli degli studenti romani risultati positivi dopo un viaggio di studio a New York.

La donna risultata positiva a Milano ha 25 anni ed è rientrata il 18 maggio scorso da Chicago con un volo indiretto. Il 20 maggio è andata in ospedale perchè aveva i sintomi dell’influenza. «Attualmente - rende noto il ministero - si trova in isolamento domiciliare presso la propria abitazione e sta bene». Tre familiari e due amici con i quali ha viaggiato sono stati rintracciati e posti sotto sorveglianza. Intanto, dopo gli otto ragazzi ammalati a Roma, ora la paura del contagio arriva in Sicilia.

Il ministero della Salute ha reso noto che sono 14 gli istituti scolastici dell'isola monotorati dopo che diversi alunni di quelle scuole hanno partecipato al viaggio a New York, nel quale otto studenti romani sono rimasti contagiati dal virus della "nuova influenza" A/H1N1. «Al momento non è stato chiuso nessun istituto - precisano dal ministero - c’è un monitoraggio sugli istituti, ma non è stata presa nessuna misura restrittiva». Con un’ulteriore nota il Ministero della Salute e del Welfare conferma di non aver «attualmente dato alcuna disposizione che preveda la chiusura degli istituti scolastici della regione Sicilia per motivi correlati all`infezione da virus A/H1N1». «La chiusura delle scuole - precisa il dicastero - è prevista solo per quegli istituti in cui si verificassero casi confermati di infezione da virus A/H1N1».

giovedì 21 maggio 2009

Vota........vietato ai minori di anni 18 :-)

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domenica 17 maggio 2009

Politica siciliana

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"Dalla Sicilia devono andare via i mafiosi e non la gente onesta"

sabato 16 maggio 2009

Ricevo e pubblico

Filmato aggiunto da "Furciblog" :

Tornano i comizi, votantonio anche tu.

"Cittadiniii, per il partitooo della Pagnottaa, questa sera parlerà l'onorevole Bisazza. Non mancate questa sera alle ore venti in piazza. Intervenite tutti dunque cittadini di Roccacannuccia, questa sera alle ore venti nella piazza dell'albero grande".

"Vidi chi stasira c'eti un comiziu! No sapevi? 'Ntà ghiàzza ill'abbirazzu... parra l'onrevuli Bisazza". Intanto, passa la macchina col megafono che grida: "Votantonio, votantonio, votantonio... vataa.. Antonio La Trippa!".

-
Elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il 6 e 7 Giugno prossimi. Certamente meno sentite da parte del popolo votante, rispetto alle Comunali od anche alle Provinciali e Regionali. In realtà, "il popolo della ics" viene sempre rispolverato ed importunato in occasioni di voto qualsiasi esse siano. Alla fine, c'è chi si schiera a Destra od a Sinistra, c'è chi si appassiona e si accalora in piazza, c'è chi si è rotto della solita solfa politica, si distacca dalle masse e non va nemmeno più a votare.

Chi ha ragione? Chi ha torto? Votare è un diritto ed un dovere di ogni cittadino italiano. Ogni cittadino, infatti, dovrebbe essere "sovrano" in quanto dalla sua scelta elettorale nascerà la nuova classe politica che lo rappresenterà e lo tutelerà nei posti che contano. In realtà, è risaputo come tutto ciò sia falso, poichè "l'uomo delle stelle", che predicava miracoli in Sicilia, che urlava nelle strade dei paesi dei contadini, attirando innumerevoli ingenui bontemponi... altri non era che un venditore di fumo. Passati gli anni, cambiato il simbolo del partito, succedutisi i figli e parenti dei politici di un'epoca di disoccupati, torna ancora "l'uomo delle stelle", a bordo non più di un carrozzone munito di megafono, ma questa volta, fornito di tecnologiche apparecchiature Hi Fi e tecnologia informatica.

Attraverso la TV, attraverso manifesti 6 x 3, attraverso SMS e telefonate e persino Facebook, il popolo della ics viene raggiunto e cortesemente aggredito... in uno scenario di personaggi illustri, di sponsor politici istituzionali, di candidati calati dall'alto come novelli Messìa. Ci si chiede a bordo comizio: faranno questi ciò che quelli prima di loro e tanti altri non hanno fatto? Siamo siciliani. Siamo i siciliani delle promesse elettorali, uomini che si sanno arrangiare, uomini che sono passati dalla casa col cesso di un metro quadrato nel balcone (o addirittura senza cesso), ai più moderni appartamenti con cucina, soggiorno, letto matrimoniale, camera dei bambini e bagno con vasca e bidet. Noi, siamo l'ex popolo dei bottegai che hanno perso il lavoro quando sono nati i supermercati. Noi siamo il popolo dei commercianti che hanno consigliato ai figli di fare qualcos'altro... perchè i tempi erano già cambiati. Noi, siamo il popolo degli ex proprietari di terreni ad agrumeto, che una volta (senza aiuto della politica), mantenevano intere generazioni ed adesso non valgono nemmeno il costo dell'acqua per irrigarli e del sale per concimarli. Noi popolo siciliano di oggi, siamo molto più colti eppure, in certi casi più depressi, più informati eppure ugualmente scavalcati, più ben vestiti... eppure ugualmente schiavi della politica... considerati.

Ditemi che mi sbaglio, ditemi che questo o quel politico jonico, (secondo voi) da soli bastano ad invertire la tendenza all'esodo dei cervelli verso i grandi Paesi dell'Europa, ditemi che la recente "Legge Gianni" da sola basta a recuperare anche solo il 30% dei disoccupati giovani e meno giovani dell'isola. Ditemi, che andando ad un qualsiasi comizio, oggi, domani o doman l'altro... ascolterò vere e sostanziali novità per la nostra terra, ditemi questo, e... da oggi stesso smetterò di scrivere sulle problematiche dei nostri paesi e della nostra amata Sicilia.

Andiamo a votare, amici! Si, perchè se non lo facciamo comunque altri decideranno per noi. Ma, nelle sedi più opportune, smettiamola di accontentarci di promesse o di minuscoli favori. Smettiamola di farci prendere per il sedere. Smettiamola di viaggiare disuniti, pretendendo di inculare il vicino della porta accanto. E' fra noi che dobbiamo coalizzarci. Uniti, siamo una forza, disuniti, siamo delle pecore senza campana... ma, talvolta, con una matita in mano.

BonarRIGO

giovedì 14 maggio 2009

Neve in Arabia

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martedì 12 maggio 2009

Notizie astronomiche

lunedì 11 maggio 2009

Un pó di storia poco conosciuta, non fa male

Da ItaliaInformazioni:
http://www.italiainformazioni.com/giornale/filatelia/51473/francobollo-giorno-sicilia-occupata.htm

Lo sbarco alleato in Sicilia del 10 luglio 1943, era stato preparato meticolosamente. Il piano prestabilito per l’occupazione militare dell’Isola, prevedeva meccanismi e istituzioni straordinarie, per sostituire quelle che l’incedere degli eventi avrebbe spogliato di ogni potere politico e amministrativo.

Gli Americani avevano persino pensato alle esigenze postali ed al fatto che, trattandosi di una occupazione militare, come sempre accade, avrebbero dovuto mettere fuori corso i francobolli Italiani.

Pertanto predisposero una serie di 9 francobolli che stamparono in gran segreto negli U.S.A., avendo l’accortezza di scriverci sopra genericamente “Allied military postage Italy”, ma non certo il luogo che avrebbero occupato per primo, che era top secret per ovvi motivi militari.

Il valore facciale dei francobolli espresso in Lire e centesimi di Lira, era coerente alle tariffe vigenti in Italia, che vennero mantenute inalterate.

I francobolli furono stampati in fogli da 100 esemplari e dovendo viaggiare via mare, venne inframmezzata tra un foglio e l’altro, una velina protettiva, in modo tale da evitare che l’umidità potesse determinare l’adesione dei fogli uno con l’altro.

Gli americani si portarono dietro anche la carta moneta da immettere in circolazione, le famose AM-LIRE, anche questa stampata negli USA (e subito falsificata in Sicilia!).

L’invasione dell’Isola e il successivo Armistizio di Cassibile (SR), concluso tra l'Italia e gli Alleati il 3 Settembre ed entrato in vigore il successivo otto Settembre 1943, determinarono il così detto “spaccamento”. La Sicilia rimase letteralmente isolata dal resto d’Italia e venne a crearsi una gran confusione politica, militare ed amministrativa. Il servizio postale rimase sospeso e venne ripristinato solo in data 23 agosto 1943.

La liberazione di Benito Mussolini dalla prigione del Gran Sasso d'Italia, avvenuta ad opera di paracadutisti tedeschi il 12.09.1943, e la successiva creazione della Repubblica Sociale Italiana, e del così detto Regno del Sud, gettarono il Paese nel caos di due guerre contemporanee: quella militare e quella civile tra fratelli, anch’essa combattuta senza esclusione di colpi, una ferita non ancora rimarginata.

Al momento dell’occupazione dell’Isola, gli alleati misero appunto fuori corso tutti i francobolli italiani, che vennero riammessi alla validità postale il 1.09.1944. In linea di principio, i valori postali italiani, avrebbero dovuto essere riammessi subito dopo l’armistizio.

Così non fu, ed è lecito supporre che gli anglo-americani, anche se ormai alleati anche del Regno del Sud di Vittorio Emanuele e Badoglio, non erano del tutto sicuri della loro “fedeltà” e comunque attendevano l’evolversi degli eventi, prima di restituire piena sovranità all’Italia sull’Isola.

Al contrario di quanto avvenne per i valori postali, dopo lo sbarco degli anglo americani, le marche da bollo italiane, recanti quasi tutte l’effigie del Re, continuarono ad essere utilizzate normalmente.

Infatti gli americani non programmarono di mettere fuori corso le marche da bollo, forse perché non sapevano che esse recavano l’immagine del sovrano: più verosimilmente giocò un ruolo determinante in questa decisione, l’indirizzo anglosassone di utilizzare i francobolli come marche da bollo. Comunque gli alleati non portarono nuove marche “d’occupazione”, né provvidero alla stampa di nuovi tipi al momento dello sbarco, né a soprastampare quelle italiane.

Ma nel 1943, le scorte di marche da bollo presenti nell’Isola erano già molto assottigliate a causa dei tre anni di guerra e ovviamente, dal 10 luglio in poi (e sicuramente fino all’estate del 1944) nessuna fornitura fu possibile.

Così si arrivò (nel febbraio del 1944) all’esaurimento pressoché totale delle scorte di marche da bollo italiane, soprattutto nelle grandi città.

La soluzione era solo una: utilizzare i francobolli al posto delle marche da bollo, fenomeno non certo nuovo, ed al quale si è fatto ricorso molte volte.

Dal punto di vista concettuale e pratico, per gli americani e soprattutto per gli inglesi, non vi era alcuna novità: infatti il Regno Unito utilizza normalmente i francobolli come valori fiscali, che emette raramente e solo per usi particolarissimi.

Dunque nel periodo dell’occupazione alleata della Sicilia, a causa appunto della mancanza di rifornimenti, in campo fiscale vengono utilizzate promiscuamente marche della più svariata origine ma anche francobolli italiani e dell’emissione americana di occupazione, per l'assolvimento delle diverse e molteplici fiscalità.

Emblematico il documento che vediamo in foto. Si tratta di una ricevuta per la fornitura di latte che ha scontato un’imposta di Bollo per Lire 3,50. La tassa è stata assolta utilizzando promiscuamente tre francobolli dell’emissione americana d’occupazione da Lire 1, e tre marche da bollo italiane, due 20 cent. ed uno da 10 cent., recanti l’effigie di Vittorio Emanuele III.

Occupanti ed occupati indissolubilmente insieme, così consegnati alla storia che ci viene restituita dai documenti postali e fiscali. Accadrà ancora nel settembre del 1944 quando verranno riammessi in corso i francobolli italiani, che per circa due mesi saranno utilizzati insieme a quelli della serie di occupazione per il servizio postale.

domenica 10 maggio 2009

Tutti lo fanno, a volte lo annusano e, nesuno ne parla !


Spero che vi divertiate :-)

Si tratta di una versione "goliardica", trovata naturalmente in Internet.
L' idea é "entrata" attraverso il naso, annusando le "fragranze" fognarie un pó dovunque nel paese di Furci.

Buona lettura e buon divertimento:

Sin da quando il mondo aveva
ancor vivi Adamo ed Eva,
era in voga in tutti quanti
un riparo lí davanti.

Ma nessun pensò, che strano,
di coprirsi il deretano.
E così dall'orifizio,
per bisogno oppur per sfizio,
calda arietta prima oppressa
variamente fu trasmessa

con sussurro un po' confuso
o con colpo d'archibuso.
In antico i vari suoni
non urtavano i calzoni:
né gli strappi repentini,
capricciosi o pizzichini

né le loffe più discrete
conturbavano la quiete.
La melodica emissione
per anal stimolazione
e anche il peto tracotante
dal fragore dilaniante

ebbe grande rinomanza
e innegabile fragranza.
Tanto grato fu l'odore
di quel vento propulsore
che l'usanza fu apprezzata
e dai posteri adottata

con piacere sovrumano
sia del retto che dell'ano.
Fin da quando sodomiti,
d'ogni musica periti,
per eccesso di misura
s'otturavan l'apertura,

la scorreggia di gran gloria
s'e coperta nella storia.
Con sconquasso intestinale
e tremore universale,
dall'Olimpo i sacri Numi
deviavan tanti fiumi

e asciugavano i pantani
col soffion dei deretani.
Un bel peto giornaliero
intonava il vate Omero.
Scorreggiava il re di Troia
finche un dì tirò le cuoia

e pungenti come spille
le faceva il prode Achille.
Di scorregge astute Ulisse
tutti quanti in guerra afflisse.
Si sa pur che dal cavallo
fuorusciva vento giallo

e Penelope da sola
ingialliva le lenzuola.
Agamennone all'attacco
le faceva a squarciasacco.
Sibilanti e a vasto raggio
eran quelle d'ogni ostaggio.

E Cassandra profetessa
scorreggiava come ossessa.
Ci ha Platone riferito
che di Socrate erudito,
poi che bevve la spremuta
d'amarissima cicuta,

trafiggente come scheggia
parve l'ultima scorreggia.
I coltissimi Ateniesi,
se da coliche eran presi,
dilatavan lo sfintere
emettendo dal sedere

filosofiche ventate
molto acute e ponderate.
Gli Spartani, da Licurgo
impararono lo spurgo
dei piu fetidi elementi
che producono fermenti:

e di drastiche zaffate
saturavan le adunate.
Ma fondata che fu Roma,
ogni greco cadde in coma
poiché in lega con gli Etruschi,
i Romani, a peti bruschi

e col gas delle fanfare,
cominciarono a imperare.
Tutti i popoli, asfissiati,
furon presto soggiogati
e il Senato, tra gli allori,
diede l'ordine ai Pretori

di dettare ovunque legge
coll'ausilio di scorregge.
Venne poi innalzato un tempio
a chi diede il primo esempio:
proprio Romolo in persona
s'era messa la corona

sopprimendo il fratellino
con il gas dell'intestino.
Ogni nobile patrizio
scorreggiava con giudizio:
il fragor di Coriolano
si sentiva da lontano

e con schiaffo sulla trippa
scorreggiava pure Agrippa.
Si suol dir che Cincinnato
scorreggiasse in mezzo al prato,
e che Manlio in Campidoglio
le lisciasse come l'oglio

accorrendo alle non poche
spernacchiate delle oche.
Muzio Scevola a Porsenna
fece un peto come strenna
mentre peti da bisonte
fece Coclite sul ponte

e arditissimi petini
fece Clelia tra i Chiusini.
Rivolgendosi agli Dei
scorreggiavano i plebei.
Ma alle feste d`lmeneo
il triumviro Pompeo

e più ancora il gran Lucullo
scorreggiavan per trastullo.
Ciceron, per ore intere,
chiacchierava col sedere
ma sul far della mattina
scorreggiava Catilina

dedicando all'Arpinate
insolenti serenate.
Scorreggiava come un tuono
fin Cleopatra dal suo trono
mentre Cesare, suo drudo,
le faceva sempre nudo

ed Antonio, grande e grosso,
scorreggiava a piu non posso.
Pure Augusto Imperatore
scorreggiava a tutte l'ore
con la corte sua perfetta
scorreggiante in etichetta,

mentre solo in casi gravi
scorreggiavano gli schiavi.
Si racconta che Tiberio
scorreggiasse serio serio,
che Caligola il tiranno
scorreggiasse tutto l'anno,

che Traiano in quel di Dacia
scorreggiasse con audacia.
Scorreggiava l'Urbe intera
dal mattino fino a sera.
Scorreggiava in grande stile
anche il sesso femminile

e Cornelia ai suoi gioielli
ne faceva dei fardelli.
Scorreggiava senza posa
Messalina silenziosa,
imitata da Agrippina
che facevale in sordina.

E coi peti le Vestali ci
spegnevano i fanali.
Le barbariche calate,
da scorregge accompagnate,
provocaron nei Romani,
prorompenti un dí dagli ani,

tale e tanta ristrettezza
che il fragor mutò in brezza.
Di scorregge, Goti e Franchi
non sembravano mai stanchi.
Pur sconfitti, i Longobardi
scorreggiavano testardi

mentre gli Arabi ad oltranza
si sfiatavano la panza.
A Ravenna i Bizantini,
grandi esperti levantini
di scorregge e di cavilli,
inventarono i fusilli;

scorreggiando invece a Reggio
inventarono il solfeggio.
Venne tosto l'Evo Medio
e, per rompere un po' di tedio,
scorreggiavano i Signori
in risposta ai valvassori

e sganciava Bonifazio
ricchi peti senza strazio.
Scorreggiavano a Firenze
per poetiche esigenze:
scorreggiava assai felice
la dolcissima Beatrice

ed il sommo padre Dante
le annusava tutte quante.
Come l'acqua, chiare e fresche
eran quelle petrarchesche,
meritevoli d'alloro
e dei lunghi capei d'oro

d'una Laura sorridente
che petava nel torrente.
Le scorregge del Boccaccio
ti lasciavano di ghiaccio:
tra le suore dei conventi
scorreggiava ai quattro venti

e ogni monaca lasciva
rispondeva assai giuliva.
Belle grasse come il lardo
le facea Matteo Boiardo.
Armeggiando ma composto
le facea soltanto Ariosto,

sempre in mezzo ai cavalieri,
ben più arditi trombettieri.
Scorreggiava Machiavelli
sradicando gli alberelli:
ma, finito lo spuntino
presso il Prence Valentino,

fece solo poche scorie
che divennero le Istorie.
Lo splendore d'ogni corte
diede al peto nuova sorte:
di petare i mecenati
si sentivano onorati

tra gli artisti piu famosi
dagli addomi assai ventosi.
Inneggianti Arianna e Bacco,
di scorregge, più d'un sacco
il Magnifico ne fece;
e vischiose come pece

le sparava Ludovico
comprimendo l'ombelico.
Proprio al suon di quel tamburo,
come tela usando il muro
del cenacolo lombardo,
il grandissimo Leonardo,

di scorregge sempre in vena,
affrescò l'Ultima Cena.
Puro gas esilarante
seppe emettere Bramante,
il gran re degli architetti,
per dar lustro a quei banchetti,

mentre a colpi di pennello
le faceva Raffaello.
Tra le quinte anche Goldoni
dava sfogo a gran soffioni.
Frizzantine, dopo i pasti,
le faceva Alfieri d'Asti:

ma sprezzanti, ad intervalli,
le scagliava contro i Galli.
Lungo il giorno, poi, Parini
educava i Signorini,
con precetti inconsueti,
a eleganti, caldi peti

dall'olezzo di letame,
eccitante per le dame.
Sopra un ramo del suo lago,
dei romanzi il vero mago,
detto al secolo Manzoni
si scrollava i pantaloni

dopo avere ventilato
su un amore contrastato.
Tutto ardore veneziano
parea il peto foscoliano:
ma pur tese a egregie cose,
senza il gas delle gasose
le scorregge del buon Ugo
eran fumo e niente sugo.

Pessimista, a mo' di dardi,
le mollava Leopardi,
mentre Silvia, bene o male,
per rispondere al segnale,
sia d`inverno che d'estate
le faceva ricamate.

Solo in casa o sulla soglia,
e non già di malavoglia,
aerandosi le terga,
le tirava lievi Verga:
ma da zotico ribaldo
scorreggiava Gesualdo.

Con un dito Pirandello
tratteneva il venticello
fino a che, tutto ispirato
e col ventre dilatato,
liberava gli ingranaggi
dando fiato ai personaggi.

Succulente come il miele
le plasmava Gabriele:
Ermione nel pineto
si sorbiva pioggia e peto,
ma i pastori dell'Abruzzo
emigravan da quel puzzo.

Onorava i gagliardetti
con scorregge Marinetti
mentre in ombra il buon Gozzano
le faceva piano piano
e, allargandosi la gonna,
scorreggiava anche sua nonna.

Non soltanto i letterati
fecer peti appassionati.
All`udito gran letizia
diede pur chi con perizia,
tra le note musicali
fe scorregge magistrali.

Su due piedi fermi e saldi
scorreggiava anche Vivaldi
con alcune esitazioni
nel comporre le Stagioni;
quando poi l'ebbe composte,
fece vento senza soste.

Gioacchino pesarese
col suo ritmo, a piu riprese,
rapidissimo e vivace,
scorreggiava senza pace.
E il barbiere di Siviglia
gli rendeva la pariglia.

Del maestro di Busseto
patriottico fu il peto
che sull'ali del pensiero
s'opponeva sempre fiero
con olezzo tricolore
al petar dell'invasore.

Di scorregge fu provetto
il gibboso Rigoletto;
sconreggiava Butterfly
aspettando i marinai
e il sospir della Traviata
fu un gran peto a schioppettata.

Di scorregge vasta gamma
seppe offrire il melodramma:
il concerto di quei miasmi
accendeva gli entusiasmi
e spegneva i parassiti
che non erano graditi.

Con i peti già Mascagni
sopprimeva topi e ragni
mentre invece Donizetti
tramortiva solo insetti,
emulato da Puccini
che uccideva i moscerini.

Era il peto dell'Aida
micidiale insetticida;
fecer strage d'ogni mosca
le scorregge della Tosca
e annientate senza trucco
fur le pulci dal Nabucco.

Pur la Scienza s'è fregiata
d'onorevole ventata;
cosi ieri come oggi,
senza mezzo o con appoggi,
la ricerca ha sempre avuto
vento in poppa urlante o muto.

Strofinandosi al magnete
sconreggiava già Talete.
Tutti quanti ormai sappiamo
che Pitagora da Samo
le faceva con la crema
dimostrando il teorema.

Nella vasca a Siracusa,
senza chiedere mai scusa,
le faceva anche Archimede
sollevando un solo piede
e gridando: «Gente, all'erta:
anche questa è una scoperta!»

Quando il re gli dié in affitto
le piramidi d'Egitto
per studiar la geometria,
preso forse da euforia,
dal didietro emise Euclide
una tossica anidride.

Convogliava nei cannelli
ogni peto Torricelli
e alla propria beneamata
quell'arietta riciclata,
ben compressa col mercurio,
lui spediva come augurio.

Fu Galvani in riva al mare
un bel di a paralizzare,
scaricando vento immane,
le zampette delle rane
che in pozzette soleggiate
scorreggiavano beate.

Un'elettrica raccolta
di scorregge fece Volta
e, contatele poi tutte,
lunghe, corte, belle, brutte,
le rimise tosto in fila
per dar carica alla pila.

Queste nobili memorie
sono peti e non son storie:
a emulare tal passato
ci hanno sempre stimolato,
con sermoni flatulenti,
gl'illustrissimi docenti.

All'invito dei vegliardi
obbediscono i goliardi:
e nessun se n'abbia a male
né ci dica ch'è triviale
se noi pure qualche volta
le facciamo a briglia sciolta.

Voi, Pulzelle più educate
che le fate soffocate
e talora un po' farcite,
non sentitevi inibite.

Non è indegna d'una reggia
qualsivoglia vil scorreggia
nè ci pare maleolente
il trattato qui presente.

Aura lieve od aria spessa,
liberata se repressa,
pur di fronte a un concistoro
puó donar giusto ristoro.

Alla fin d'ogni fatica,
checchè dunque se ne dica,
di rispetto mai non manca
chi in tal modo si rinfranca.
Perciò é logico e prescritto
che scorreggi il sottoscritto.

Da un vecchio goliarda, memore dei
trascorsi, mi giunge un'altra strofa.
Dimenticata nella lezione maggiore da
me recuperata o apocrifa aggiunta
posteriore? Per correttezza la riporto in
calce perchè, in effetti, non ho trovato un
inserimento logico-cronologico.

Scorreggiò Napoleone
sotto il rombo del cannone.
"La battaglia non si perda!"
E Cambronne rispose: "Merda!"
ch'è la cosa più sicura
se di mezzo è la paura.

venerdì 8 maggio 2009

Qualcuno mi spieghi perché !

....Perché é necessario "bombardare" ad ogni "festa religiosa" ?

La trovo un' usanza molto primitiva, pagana, non consona alla religione.

Non Vi bastano le campane ? Un tempo di bronzo, adesso "elettroniche" con tanto di timer ?

Questi "botti" disturbano non soltanto le "creature" umane, mettono paura anche ad altre creature, gli animali.

Né i fedeli e, tantomeno la religione, necessitano di "obici e razzi, bombe e traccianti",
smettetela con queste usanze a dir poco "pagane".

Uno o due fuochi d' articificio l' anno credo che siano sufficienti per mandare in fumo e botti centinaia se non migliaia di Euro.

Grazie per l' ascolto, probabilmente a furia di "botti", non riuscirete a sentire la mia voce, spero che i "lampi" non Vi abbiano anche accecato e sarete in grado di leggere queste poche righe.

Bombasticamente............

Pippo Caminiti

Miracolo....o cosa ??

No....é soltanto l' adempimento di un DOVERE rispetto al DIRITTO dei cittadini.

Non ci crederete, stanno aggiustando le "grate sonore" della Via Calatafimi ! (La maledetta).

Scusate la domanda.....quanto durerá la quiete prima della prossima tempesta ?

Vedremo......se i camion di piccola stazza, continueranno a transitare per la suddetta Via, prevedo che in pochi giorni saremo nuovamente costretti a "megafonare" i nostri diritti.

É comunque un mio DOVERE ringraziare l' Amministrazione di Furci Siculo, anche a nome di tutti i Cittadini.

Ai soliti "ignoti-noti" dico soltanto: Non si tratta di un "favore personale" ma appunto di un DOVERE rispetto al DIRITTO ! E che non saranno riparate soltanto le grate della "maledetta Via", quindi, stateVene buoni, rilassateVi e, non rompete !

Grazie ancora............

Pippo Caminiti (Che spera di poter "riposare in pace :-)" almeno per 7 giorni consecutivi e non in eterno.

giovedì 7 maggio 2009

Pastocchio elettorale su FACEBOOK

Cari amici, datemi pure del bigotto, datemi pure dell'idealista, ma io di fronte a questa violenza mediatica generalizzata non ci sto. Ma come, si organizzano comizi nei conventi delle Suore? E magari fossero solo uno o cento i casi in cui vengono chiamati anche i parroci a sponsorizzare questo, piuttoto che quel candidato. Si vede che leggo poco, poichè, mi sa che tutto ciò sia retaggio addirittura della storia del mondo e... solo io (e pochi altri ingenui) ci auguravamo ancora che la Chiesa, rimanesse impermeabile a certa propaganda.
E, certo che poi la gente equipara la politica alla religione e la stessa ad una "porcata da avanspettacolo". Ma come sempre, ribadisco dal basso della mia opinione di libero cittadino, che la Fede Cristiana e ben altra cosa che non l'uso che l'essere umano ne fa o ne abbia fatto nei secoli e nei millenni.
Voglio essere breve amici, l'ultima novità del web, e cioè il nonplusultra della fratellanza "fatto sito degli amici", ossia facebook... è stato insozzato inspiegabilmente dagli SPOT ELETTORALI e dagli appuntamenti con il voto per le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Inoltre, un incessante bombardamento di e-mail a scopo politico divulgativo appesantisce i nostri hard disck, mentre alcuni giovani mi scrivono che... in quella politica hanno perso la fiducia. Se per voi tutto questo è normale, se ritenete che tanto tutto fa brodo, allora, montiamo pure la cabina elettorale in sagrestia, ed i prossimi comizi, (cheppure, più o meno velatamente -grazie a sponsorizzazioni varie- si sono già fatti lì), facciamoli fare sull'altare delle chiese cristiane. Con buona pace di chi: ateo, buddista o maoista, se ne farà delle grosse risate.

Rivolgendovi il mio in bocca al lupo,

La Pro Loco di Furci informa



Appendice:
L'associazione Turistica Pro Loco è lieta di comunicare che il maestro Carlo Barbera e la sua " Compagnia degli Attori" sarà presente domenica sera 10 Maggio 2009 alle 20.00 in Piazza Sacro Cuore, ad allietare i presenti che interverranno alla degustaione gratutita da "n'zalata du lumiu cunzatu cà citu" per trascorrere la sera della festa della mamma all'insegna del gusto dei suoni e dei colori della nostra tradizione popolare
Saluti Ass. Turistica Pro Loco di Furci Siculo

sabato 2 maggio 2009

Furci, paese ameno e tranquillo.....



...dove anche i cani giocano "a scarica canali".......con le pecore.

venerdì 1 maggio 2009

Rumori e umori dell' inciviltá (made in Furci Siculo)



Il rumore dell' inciviltá, inefficienza, menefreghismo, abbandono....esiste, eccolo !
24 ore su 24, 365 giorni l'anno !

Leggo proprio adesso su un' altro sito, che i problemi che assillano i Sigg. dell' attuale Amministrazione sono: l' erba nel campo sportivo, le beghe eterne tra i vincitori che hanno perso ed i perdenti che hanno vinto.
Naturalmente non viene a nessuno in mente di fare qualcosa di tangibile per Furci, non soltano le grate della stramaledetta Via Calatafimi.

Con sommo ribrezzo.........

Pippo Caminiti

NEWS & INFORMAZIONI dalla Riviera Jonica


Furci Siculo.net

Previsioni vento in Km/h, Jonio Meridionale

Da subito potrete seguire le previsioni del vento rilevate da un gravitello virtuale situato al largo della Costa Orientale Sicula con le coordinate 37,50N e 16,00E. Furci ha le coordinate 37,94N e 15,38E
Altra stazione meteo Capo Spartivento, serve a monitorare, insieme alla IONSEASW, il tempo al largo della Costa Orientale Sicula ed ha le coordinate 37,98N e 16,05E

Qui troverete, sempre a portata di mano :

PROGRAMMI, PROPOSITI, PROMESSE, PROPOSTE, PROPENSIONI.
Potrete controllare quanti punti del PROGRAMMA sono stati realizzati, come sono stati realizzati.
Potrete controllare cosa non é stato realizzato.

A.D. 2009, 21 Ottobre.
Siamo a quasi 2 anni dal cambiamento di redini, gli asini sono rimasti, oltre a qualche rattoppo, non si vede nulla !
Neanche i soldi per quache maschera antigas, viste le fughe permanenti della rete fognaria.
Si propaga fumo (gemellaggio), si sponsorizzano (sciala popolo),
si promette, non si mantiene, aria calda, non solo di scirocco.
Quanto hanno promesso ! Le "linee programmatiche" sono e rimarranno ben visibili qui sotto, fatevi un' idea autonoma.

A.D. 2010, 9 Aprile.
Gemellaggio, come se tutto dipendesse da questo "atto".
Spargono fumo fasullo, perché di arrosto non si vede nanche l' ombra.
Tutto viene lasciato all' abbandono, invece di alzare i deretani ed andare a cercare finanziamenti, se ne stanno a piangere "curcio" e a comunicare al "popolo bue" il solito ritornello: Non abbiamo soldi !

Buona fortuna !
Poveri disgraziati condannati a rimanere chiusi nel guscio della "perla dell' Jonio".....perché la perla se la sono giá fregata da tempo.