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lunedì 17 dicembre 2007

Efficienza tutta italiana = "Noi abbandonati sull'Eurostar"

BARI - "Ma quale maltempo. In quel punto la linea non va: non è la prima volta che succede". Dopo un'odissea sui binari lunga quanto un volo per l'Australia, Ketty Di Tardo, una ragazza barese che vive e lavora nella Capitale, ha ancora la forza di gridare la propria rabbia. "Ci hanno lasciati soli, abbandonati, senza riscaldamento, senza cibo e senza servizi igienici: non è degno di un paese civile", sbotta.
"Una cosa tremenda ma c'erano migliaia di treni in giro - ha commentato Romano Prodi - Cerchiamo di avere il senso della misura, altrimenti non riusciremo ad avere l'idea precisa di dove sia il male, quello che non va e dove intervenire".

Il treno Eurostar partito da Lecce alle 12.17 e mai giunto a Roma (sarebbe dovuto arrivare alle sei e venti del pomeriggio) è la metafora dei trasporti ferroviari nel Sud Italia. Come se non bastassero i tempi di percorrenza, che a parità di distanze sono il doppio di quelli tedeschi e spagnoli, guasti e ritardi sono sempre all'ordine del giorno. La gente ci ha fatto l'abitudine e quasi non protesta più. Quando però si impiegano venti ore per raggiungere la Capitale, lontana appena 500 chilometri, anche la pazienza ha un limite e a poco servono le scuse di Trenitalia - "Ci sono stati errori ma abbiamo cercato di fare il nostro meglio" ha spiegato l'amministratore delegato Mauro Moretti - il rimborso integrale del biglietto e l'azione legale annunciata dal Codacons. "Niente potrà farci dimenticare quelle ore di incubo", sottolinea Ketty Di Tardo.

Eppure il viaggio era cominciato bene. Il treno viaggiava in orario. Poi, intorno alle cinque e un quarto del pomeriggio, dopo aver superato Caserta e Capua, il convoglio si è fermato di colpo. "Ci siamo ritrovati su un ponte, con il treno inclinato su un lato e quasi in bilico", racconta Ketty Di Tardo. Le cause sono ancora da chiarire, ma si parla di problemi alla linea elettrica e di ghiaccio sulle rotaie. "Ci saranno stati sicuramente guai tecnici, la neve non c'entra: faceva un freddo cane ma ghiaccio non ce n'era", insiste la signora Di Tardo.

È l'inizio dell'odissea. Le dieci carrozze sono piene: famiglie con bambini, ce n'è anche uno di appena cinque mesi, ma anche anziani, 450 persone in tutto, che chiedono chiarimenti senza riceverne. In tanti si preoccupano, nessuno perde la pazienza. Scene che la signora Di Tardo ha scolpite nella mente. "C'erano solo tre persone di Trenitalia: il macchinista e due capitreno. I bagni erano guasti, il riscaldamento non funzionava e nella carrozza ristorante il cibo è finito prestissimo. Ci hanno detto che stava arrivando una locomotiva che ci avrebbe trainato fino a Capua". La motrice è arrivata, ma è servita a poco. "Erano le sei del pomeriggio - racconta Giovanni De Luca, un medico di Barletta - Il treno è stato agganciato, ma non si mosso perché si è rotto il gancio. Ci hanno tranquillizzato, dicendo che ne sarebbe arrivato subito un altro che, anziché trainarci, ci avrebbe spinto. Così, è stato: intorno alle 7 abbiamo sentito un botto, il convoglio si è mosso un po', ma poi basta. Il treno non riusciva a muoversi, pare per un problema ai freni".

Nel frattempo in tanti cominciano a scendere dalle carrozze perché i bagni sono inutilizzabili. E la Protezione civile? "Ce lo siamo chiesto in tanti, i volontari sono arrivati quando era già notte, nella stazione di Capua", dice ancora De Luca. "Siamo stati avvisati verso le 9, quattro ore dopo il guasto", si giustifica Guido Bertolaso, capo del dipartimento della Protezione civile.

Il peggio, però, deve ancora arrivare. Intorno all'una di notte, giunge un treno per caricare i passeggeri. "Ci abbiamo messo un'ora e mezza per salire - ricorda De Luca - C'era gente esausta, bambini che piangevano. Ci hanno dato qualcosa da mangiare, ma non coperte. Ci hanno detto che ci avrebbero portati a Roma, invece dopo pochi chilometri anche questo treno si è rotto ed è riuscito a tornare indietro a Capua, procedendo quasi a passo d'uomo. In stazione ci hanno lasciati per un'ora senza dirci nulla. Abbiamo dovuto aspettare un treno regionale, alle 4 e mezza del mattino. Siamo arrivati a Roma alle 7 e mezza. Tutto questo è inaudito".

"Ho avvertito la sensazione di essere sola, una sensazione di vuoto assoluto - racconta Claudia Aldi, una giornalista di Firenze - Faceva un freddo incredibile, sembravamo dei deportati". "E a Roma non c'erano nemmeno tutti i taxi che ci avevano promesso", conclude con amarezza Monica Sacchetti, un'altra passeggera che ha rischiato di perdere l'aereo da Fiumicino per un'assurda odissea sui binari.

Fonte: La Bibbia dei "sinistri"
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/maltempo-neve/eurostar-passeggeri/eurostar-passeggeri.html

1 commento:

Maria ha detto...

Pensa in che fogna ci hai lasciato! ma non è solo questione di treni, tutto è un inferno in questo Paese.
Hai visto Napoli è tutt'ora un immmondezzaio e Bassolino e Iervolino hanno ricevuto altri soldi nostri. Io saprei dove mettere l'immondizia: nei loro piatti.

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A.D. 2009, 21 Ottobre.
Siamo a quasi 2 anni dal cambiamento di redini, gli asini sono rimasti, oltre a qualche rattoppo, non si vede nulla !
Neanche i soldi per quache maschera antigas, viste le fughe permanenti della rete fognaria.
Si propaga fumo (gemellaggio), si sponsorizzano (sciala popolo),
si promette, non si mantiene, aria calda, non solo di scirocco.
Quanto hanno promesso ! Le "linee programmatiche" sono e rimarranno ben visibili qui sotto, fatevi un' idea autonoma.

A.D. 2010, 9 Aprile.
Gemellaggio, come se tutto dipendesse da questo "atto".
Spargono fumo fasullo, perché di arrosto non si vede nanche l' ombra.
Tutto viene lasciato all' abbandono, invece di alzare i deretani ed andare a cercare finanziamenti, se ne stanno a piangere "curcio" e a comunicare al "popolo bue" il solito ritornello: Non abbiamo soldi !

Buona fortuna !
Poveri disgraziati condannati a rimanere chiusi nel guscio della "perla dell' Jonio".....perché la perla se la sono giá fregata da tempo.