Afghanistan, la guerra che non ci fanno vedere
Video, fotografie esclusive dei nostri soldati in azione e testimonianze denunciano l’altra faccia dell’Afghanistan. Un servizio di Fausto Biloslavo pubblicato sul numero di Panorama domani in edicola racconta la storia vera del conflitto che i soldati italiani combattono tutti i giorni contro i talebani. Il tutto è documentato da questi video pubblicati in esclusiva su Panorama.it.
Le immagini dell’aspirante kamikaze catturato a Herat, sede del comando del generale Fausto Macor, prima di farsi esplodere
L’attentato del 14 maggio ai nostri soldati
Le proteste di piazza contro gli americani e gli ebrei nell’Afghanistan occidentale
E ancora filmati con i sequestri delle armi che secondo le autorità afghane vengono dall’Iran, l’arresto dei trafficanti di droga,l
a resa di una quarantina di talebani nella provincia di Badghis sotto controllo italiano.
I nostri militari, in particolare i corpi speciali (dal 9° Col Moschin, ai Comsubin della Marina fino ai Ranger degli alpini paracadutisti e i baschi amaranto del 185° reggimento della brigata Folgore) sono in prima linea.
Le testimonianze raccolte alzano il velo sul conflitto che non si deve raccontare. Imboscate, azioni per salvare reparti afghani e unità americane accerchiate, richieste di appoggio aereo sono il pane quotidiano dei corpi speciali nella provincia di Farah. Non mancano gli accordi sotto banco, che secondo fonti afghane a Herat e Shindand, gli italiani hanno stretto con tribù filo talebane. Nell’Afghanistan occidentale, dove il nostro contingente conta oltre mille uomini, si annidano anche cellule di Al Qaida. E i talebani, che si finanziano con il traffico di oppio, compiono orribili rappresaglie tagliando a pezzi i figli di chi accetta gli aiuti degli italiani.
Guarda tutti i VIDEO
http://blog.panorama.it/mondo/2007/10/18/afghanistan-la-guerra-che-non-ci-fanno-vedere/
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1 commento:
Gente di Furci e della Sicilia, i Soldati che combattono in Afghanista, in Libano, in Iraq sono anche vostri figli.
Non li abbandonate, vi prego !
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