Passano gli anni, ma il fatto resta: quanta acqua sprecata dall'incuria umana!!!??!!
Riprendiamo, stimolati dagli eventi, un vecchio articolo di Mario Tozzi, contestualizzandolo ad un video molto, molto significativo, girato durante il nostro recente soggiorno nel Comune di Furci Siculo: il cittadino si ribellerà allo status quo alla prossima bolletta?
Riprendiamo, stimolati dagli eventi, un vecchio articolo di Mario Tozzi, contestualizzandolo ad un video molto, molto significativo, girato durante il nostro recente soggiorno nel Comune di Furci Siculo: il cittadino si ribellerà allo status quo alla prossima bolletta?
Ai posteri l'ardua sentenza!
Ormai in molti prestiamo attenzione a non sprecare acqua nelle nostre case. Ci laviamo i denti con il contenuto di un bicchierechiudiamo il lavandino con il tappo per farci la barba e preferiamo la doccia rispetto al bagno. Avvitiamo i dispersori di flusso ai rubinetti e mettiamo il doppio pulsante agli scarichi degli sciacquoni. Come mai allora rischiamo un’estate senz’acqua?
Per quanto possiamo comportarci virtuosamente dentro casail problema non si annida lì: gli usi potabili dell’acqua sono meno del 20% del totale e gli uominisi sapossono abituarsi a situazioni molto critiche. In Italiain mediasi disperdono 40 litri su ogni 100 che passano negli acquedotticon punte di 70 nelle regioni meridionali. È vero che quell’acqua finisce di nuovo nel terrenoma non necessariamente va ad alimentare le falde idriche profondequelle «spugne sotterranee» che sono la nostra vera ricchezza geologica.
L’Italia è un Paese ricco d’acqua: i cittadini di Milano o di Roma hanno a disposizione oltre 500 litri al giorno per personaun’enormità se confrontati con i circa 20 litri al giorno della gran parte delle nazioni africane. E se è vero che negli ultimi decenni ha piovuto meno (circa il 15% in meno negli ultimi 50 annicon città come Palermo che sono passate da 800 mm di pioggia all’anno a meno di 500)la colpa non è solo del surriscaldamento atmosferico globale: fa sempre più caldoma l’acqua del pianeta è sempre la stessa ein linea teoricaancora sufficiente a soddisfare i bisogni degli uomini e degli altri viventi.
L’acqua manca perché la usiamo in modo inefficientequando non la buttiamo letteralmente via. E lo facciamo soprattutto in agricolturache utilizza oltre il 60% della risorsae ne spreca più di ogni altro settore. In gran parte del mondo ancora oggi si irriga come secoli fasemplicemente deviando i canali a prescindere dalle condizioni climatiche e noncome si dovrebbea sgocciolamentoconcentrando l’acqua dove ce n’è bisogno e quando serve. Ma l’acqua in agricoltura costa troppo poco perché qualcuno si ingegni a usarla parsimoniosamente e perché ci si orienti verso l’uso di acque di recupero debitamente chiarificate e purificate. E poi sono cambiate le colture: i granai d’Italiacome il Tavoliere delle Puglienon forniscono più grano - che necessita di poca acqua -ma ortaggiche ne divorano in abbondanza. Così si arriva alla paradossale richiesta di far arrivare in Puglia l’acqua dall’Abruzzo o dall’Albaniamagari costruendo qualche altro bell’acquedotto.
Il risultato dalle nostre parti è che le quattro grandi regioni del Mezzogiorno si stanno desertificando: il 50% di quei territori èdi fattooggi non più utilizzabile per gli scopi agricoli umani e spesso è preda della risalita di cunei di acque salate o soggetto a fenomeni di salinizzazione. E mentre un tempo sembravano riservati alle ricche nazioni petrolifereoggi i desalinizzatori diventano un rimedio anche nelle nostre isolepur avendo ancora costi elevati. Non parliamo poi dell’allevamento industrialedove gli sprechi sono palpabilivisto che un solo bovino da carne consuma più acqua di quella che serve a far galleggiare un incrociatore e gli allevamenti in genere richiedono quantità notevoli di questa risorsa.
Ci sono infine gli usi industriali: quasi tutti i grandi fiumi italiani sono al limite del loro deflusso minimo vitalecome a dire che se ci sarà ancora un incremento della domanda saranno virtualmente morti. E non è difficile crederlosbarrati come sono da centinaia di dighe per la produzione di energia elettrica o per il semplice accumulo di acquacanalizzati per il raffreddamento delle centrali elettriche o tombati al di sotto delle città. Se per costruire un wafer di silicio da 6 pollici ci vogliono diverse migliaia di litri d’acquacome stupirsi che il livello medio delle falde idriche della Terra si sia abbassato di almeno due metri negli ultimi anni. E più il livello delle acque sotterranee si abbassapiù noi lo inseguiamo approfondendo i pozziche così pescano sempre più in bassocompromettendo le riserve idrogeologichequelle che si ricaricano solo in decenni. Sìperché l’acqua è una risorsa rinnovabilema ha bisogno di un ciclo sotterraneo che normalmente ha tempi lunghissimi: quella delle oasi sahariane percorre 5 mila chilometri dalle sue zone di ricarica del Tibesticome a dire che lì si beve acqua fossile di 15 mila anni prima. E non molto diverso è il caso di molte sorgenti italiane.
Gli uomini sono aumentati spaventosamente di numero le loro esigenze sono incrementate in maniera esponenziale e nessuno si è preoccupato di conservare una risorsa il cui valore viene compreso solo quando manca. Colpa di un modello di sviluppo tremendamente idrovoroma anche di una cultura che sembra avere perduto la memoria di quell’uso parsimonioso delle risorse che pure ci era stata tramandata.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=2851&ID_sezione=&sezione=
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Gli altoparlanti in difesa dei cittadini
NO AL PRECARIATO: http://www.comitatoatu.it/petizione_atu.html
Il meetup 459 è anche su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Creazzo
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