- Qualcuno ha portato una chitarra, per caso ? -
Era solo una battuta, ma ebbe un insperato effetto
- Una chitarra no, ma, sapendo di andare nel neolitico mi sono portato questo flauto -
Guardai Corrado incredulo, ma mi ripresi subito e lo spronai
- L'hai portato ? E allora suona. Suona qualcosa di cantabile, e voialtri cantate qualche bella canzone. Facciamogli vedere che abbiamo qualcosa da fargli sentire che può ben valer la pena di salvare. Cantate con voce alta e sicura, cercate di essere forti, che ne va della nostra vita. -
Si misero a cantare, accompagnati dalla musica di Corrado, e i selvaggi rimasero interdetti.
Discutevano tra di loro, e forse la cosa stava avendo effetto, quando un selvaggio più alto degli altri, dalla muscolatura atletica e robusta, che doveva essere il loro capo, disse con voce imperiosa qualcosa che li fece zittire.
Poi continuò a parlare, e i suoi uomini, qualcuno a malincuore, posero mano alle armi.
Capii che non aveva funzionato. Peccato, per poco, ma il loro capo non doveva essere amante della musica.
Allora mi rivolsi ai miei.
- Non muovetevi, lasciate fare a me. -
Mi avviai verso il capo a passo deciso, e questa mia mossa li sorprese.
Qualcuno stava per venirmi contro, ma lui li fermò con un gesto che non ammetteva repliche.
Continuò a fissarmi, mentre mi avvicinavo a lui.
Arrivato abbastanza vicino avrei voluto esibirmi in un kata di bastone (in giapponese "bastone" si dice "bo") volteggiando il bo come un giocoliere... peccato che non ne sono capace. Kata, ne conosco, ma la mia esibizione non avrebbe impressionato quei selvaggi, quindi meglio lasciar perdere.
Quindi gettai con violenza per terra il bastone, guardandolo con aria di sfida, e poi mi avvicinai ulteriormente a lui, calpestando il bastone, ed avendo cura che capisse che lo stavo facendo intenzionalmente.
Mi fermai a poco da lui.
Lui alzò la lancia, e la scagliò per terra, dove rimase infilzata. Poi prese l'ascia e la buttò di lato.
Continuando a guardarmi, lanciò un urlo orribile e mi si scagliò contro.
Avevo ottenuto il mio scopo.
Non potendo sperare di vincere con i miei contro i suoi, ero riuscito a convincerlo ad una singolar tenzone tra me e lui.
Più che perdere, non potevo, mi consolai...
Mi era venuto addosso come un toro, ed io mi ispirai ai toreri. Feci un passo laterale, ruotando su me stesso verso destra, caricando così il destro, che scaricai nella sua testona, mirando al mento.
Il colpo non fu abbastanza preciso, perché lui era stato più rapido di quanto mi aspettassi, ed allora gli mollai il miglior sinistro del mio repertorio, prendendo lo slancio dalla torsione del corpo conseguente al destro di prima.
S'era accorto di essere andato a vuoto e si stava girando per recuperarmi, e così si beccò il mio diretto in pieno.
Ma lo assorbì con disinvoltura e cercò di colpirmi con le sue lunghe braccia con scariche di micidiale pericolosità.
Le evitai tutte, ma era straordinariamente rapido, e non riuscivo a infilare i miei colpi.
Allora cercai di frenarlo alternando jab e gedan mae geri con improvvisi spostamenti laterali, cercando, appena possibile di infilare qualche colpo, senza riuscire a dare efficacia alle mie tecniche.
Continuai allora con i jab sinistri, sottraendomi al suo incalzare per quanto possibile, ma ero in chiara difficoltà. non potevo permettermi di prendere neanche uno dei suoi colpi, forse non eccelsi come tecnica, ma di spaventosa e devastante potenza.
Ma, costretto a rivolgergli tutta la mia attenzione, non mi resi conto che mi aveva chiuso in un punto senza uscita a causa delle rocce tutt'intorno.
Lo vidi diabolicamente soddisfatto di avermi incastrato, precipitarsi su di me con l'intenzione di finirmi.
Dovevo rimanere lucido, ne andava della mia vita.
Affidai tutto ad un destro d'incontro, e alla scelta di tempo, che doveva essere perfetta.
Mentalmente ripassai, in quella frazione di secondo, tutta la tecnica, cercando di trarre la massima spinta dal peso del mio corpo sul piede destro, e di far scattare il destro quando l'anca avesse girato la giusta misura, cercando di mantenere la massima scioltezza per avere la massima mobilità e velocità, finché, dopo un'interminabile frazione di istante girai il polso irrigidendomi per dare secchezza al colpo ed assorbirne il contraccolpo.
Fu, per mia fortuna, un colpo da manuale uscito fuori dalla freddezza della disperazione, ed ebbe il suo effetto.
Il bestione si accasciò a terra, intontito, ed io, tirato un sospiro di sollievo, mi tirai fuori da quella maledetta trappola, soddisfatto, ma anche psicologicamente spossato, girandomi per ammirare l'effetto del mio pugno da ko.
Altro che ko, quello, un po' intontito, ma abbastanza furioso, si stava rialzando, e dopo essersi concesso un attimo per riprendersi, mi si lanciò addosso con più veemenza e rabbia di prima.
Lo aspettai a piè fermo, e appena mi fu a tiro, visto che si apprestava a colpirmi di destro, portai il mio destro all'indietro, afferrai la sua mano che cercava di colpirmi, e l'accompagnai spingendola nella stessa direzione in cui l'aveva scagliata lui, prolungandone la traiettoria in maniera innaturale, sfruttando così la sua stessa forza, con l'aiuto della rotazione delle anche mentre avanzavo col sinistro del passo più lungo che potevo, concludendo con una spinta del braccio, steso di scatto, per quanto mi permetteva il peso che spingevo.
Conoscevo il buon esito di quel colpo. Avevo visto cinture nere volare per effetto di quel colpo, ed anche il troglodita, spinto dall'abbrivio del suo stesso peso, non potè frenare il suo stesso slancio, e rovinò vari metri più in là su alcuni dei suoi.
Il colpo era stato di grande effetto visivo, ma, oltre alla involontaria passeggiata forzata, riportò, per sua fortuna, e mia dannazione, ben pochi danni materiali da quella specie di volo che gli avevo fatto fare, e così mi fu sotto prima che io stesso ritrovassi la concentrazione giusta.
Incassai un colpo terribile allo stomaco. C'era da dubitare che invece che a mani nude come era mi avesse colpito con un martello. Avevo indurito gli addominali e l'assorbii,ma essendomi dovuto irrigidire, non fui poi abbastanza svelto a sfuggire alla sua presa, e strinse una presa d'acciaio (acciaio di carne umana) attorno alla mia gola.
Capii che sarei morto se non avessi reagito immediatamente, e allora ruotai di scatto infilando dal basso in alto la mia mano tra le sue, colpendolo poi, ricadendo di scatto, con una gomitata sul braccio, aiutandomi anche col movimento di tutto il corpo, per liberarmi della sua presa mortale, ma lui ne approfittò con uno scatto per attaccarmi alle spalle, cercando di strangolarmi da dietro.
Lo colpii con una testata all'indietro, gli calpestai sadicamente i piedi nudi (avevo bisogno di abbassare la sua concentrazione) e colpii i dorsi delle sue mani, immediatamente dopo afferrando un dito per mano, allargandogli le braccia, e chinandomi, mentre mi portavo di lato, gli torsi il braccio portandoglielo dietro la schiena alzandolo, e lo colpii con un calcio spinto nella piegatura posteriore della gamba, costringendolo ad inginocchiarsi.
Ero esausto, ma anche lui ne aveva abbastanza, e fece un cenno ai suoi che ondeggiavano, pronti ad intervenire.
Poi alzò il braccio in segno di resa.
Cercai di recuperare il fiato mentre lo lasciavo libero, ancora un tantinello diffidente, ma fu leale.
Gli mostrai le mani aperte, sorridendo, sperando che l'interpretasse come un segno di pace, e lui mi restituì il gesto e il sorriso.
I suoi si misero a cantare e danzare... per quel giorno ci era andata bene.
Cosa ci aspettava domani ?
Fine parte ottava.
"duepassi"
domenica 16 dicembre 2007
Ritorno al Neolitico (VIII)
Pubblicato da Furci-Blog alle 19:50 0 commenti
Etichette: Ritorno al Neolitico
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A.D. 2009, 21 Ottobre.
Siamo a quasi 2 anni dal cambiamento di redini, gli asini sono rimasti, oltre a qualche rattoppo, non si vede nulla !
Neanche i soldi per quache maschera antigas, viste le fughe permanenti della rete fognaria.
Si propaga fumo (gemellaggio), si sponsorizzano (sciala popolo),
si promette, non si mantiene, aria calda, non solo di scirocco.
Quanto hanno promesso ! Le "linee programmatiche" sono e rimarranno ben visibili qui sotto, fatevi un' idea autonoma.
A.D. 2010, 9 Aprile.
Gemellaggio, come se tutto dipendesse da questo "atto".
Spargono fumo fasullo, perché di arrosto non si vede nanche l' ombra.
Tutto viene lasciato all' abbandono, invece di alzare i deretani ed andare a cercare finanziamenti, se ne stanno a piangere "curcio" e a comunicare al "popolo bue" il solito ritornello: Non abbiamo soldi !
Buona fortuna !
Poveri disgraziati condannati a rimanere chiusi nel guscio della "perla dell' Jonio".....perché la perla se la sono giá fregata da tempo.
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Potrete controllare cosa non é stato realizzato.
A.D. 2009, 21 Ottobre.
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Neanche i soldi per quache maschera antigas, viste le fughe permanenti della rete fognaria.
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A.D. 2010, 9 Aprile.
Gemellaggio, come se tutto dipendesse da questo "atto".
Spargono fumo fasullo, perché di arrosto non si vede nanche l' ombra.
Tutto viene lasciato all' abbandono, invece di alzare i deretani ed andare a cercare finanziamenti, se ne stanno a piangere "curcio" e a comunicare al "popolo bue" il solito ritornello: Non abbiamo soldi !
Buona fortuna !
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